Il “mondo dell’arte” oggi è un vero schifo, troppi furbetti fra gli artisti della domenica, troppi furboni fra curatori e galleristi improvvisati, i primi alla spasmodica ricerca di una fama assolutamente inutile per sopravvivere con il proprio lavoro, i secondi alla ricerca di cash da spillare agli artisti polli da spennare. Mettono insieme tutti, e tutti allo stesso livello, i pittori insieme ai fotografi, l’arte artigianato insieme all’arte digitale, chi lavora da 40 anni e chi da 4 mesi, in un guazzabuglio senza capo né coda. Effetti anche, della globalizzazione. Ti chiamano “emergente” anche quando hai 50 anni, perché dalle tue emergenze (il nostro paese insegna) traggono il loro sostentamento economico. Bandiscono “international prize” che sembrano il Giardino dell’Eden, la ghiotta occasione per ogni artista, ma sono soltanto un’altra macchina per fare soldi (i loro conti in banca, non il tuo). La realtà è che ogni tanto, in questo mare di squali, qualche curatore serio (e anche qualche buona galleria) c’è, ma bisogna avere molto fortuna a trovarlo, ma soprattutto non bisogna lasciarsi prendere dalla smania della “fama” e recitare come un mantra: non me ne frega una cippa se non sputtano tutti i miei averi in vanità personale, “pochi, maledetti e subito” è il motto, se resto sconosciuto non ha importanza, ma voglio aspettare solo le occasioni giuste. La valutazione non è fondamentale oggi, non è il “bravo” che fa la differenza nella tua vita, ma… la differenza la fa solo chi viene da te e, sulla fiducia, ti compra in anticipo qualsiasi dipinto.