Stella dell’Appennino… anagramma… ti spanda pennello!

Un anno difficilissimo per tutti, che ha fatto affondare tante attività, altre ne ha fatte vacillare, altre ancora ne ha messe in discussione con alternative inattese; un progetto coraggioso dei produttori della associazione Stella dell’Appennino di Modigliana, raccontato anche dalla illustratrice della brochure 2020 Patrizia Diamante.

Le colombe senza Colombo

Le colombe senza Colombo

Sentieri Agrourbani. Camminare con lentezza

Nel 1974 uscì un disco meraviglioso di Enzo Del Re, “Lavorare con lentezza“, il testo che parla di ingiustizie lavorative e di nocività ambientali, recita “adoro il lavoro ma odio la fatica”. Sono trascorsi tanti anni ma la musica non è cambiata, ogni giorno la dittatura della velocità immola vittime, rende insicuri non soltanto i luoghi di lavoro ma anche i luoghi di villeggiatura, distrugge l’ambiente e gli esseri viventi, indebolisce il nostro sistema immunitario, veicola pandemie, impoverisce le montagne, i borghi collinari, le periferie delle grandi città, per realizzare guadagni più elevati per pochi, pochissimi monopoli. Il sud come dice Franco Arminio non è soltanto una direzione indicata dalla bussola, ma tutto ciò che è marginale. “In direzione ostinata e contraria” raccolta impareggiabile di Fabrizio De Andrè per citare un altro grande cantautore, in direzione ostinata e contraria si rivaluta la lentezza, nell’abbraccio verde delle foreste che sono le nostre madri universali. Foreste sacre che danno ossigeno al vino, respiro ai campi, polmoni per i centri abitati, conservano infinite specie in habitat di biodiversità unici, producono erbe utili per la cucina, sono esperienze didattiche, testimoni viventi della nostra storia millenaria, delle rocche, delle fortificazioni, dei ponti, delle abbazie, dei sentieri dei pellegrini, dell’epifania del vino, dei gelsi utilizzati per la produzione della seta delle filande, dei fiori selvatici riserve mellifere, e di tanto e tanto ancora. Tutti i progetti di rivalutazione, mappatura, pratica e utilizzo creativo dei sentieri intorno ai borghi millenari sono da accogliere con vero entusiasmo, tra Brisighella e Riolo Terme esiste la meravigliosa Vena del Gesso (della quale tornerò a scrivere presto); a Modigliana mancava un trait d’union delle tre Valli di Acerreta Tramazzo Ibola, un abbraccio lento ma potente che parte dal centro cittadino per dipanarsi attorno a questo borgo della Romagna Toscana, trovando sul proprio cammino sentieri della fede, agriturismi, aziende vitivinicole, cavalli, corsi d’acqua, installazioni artistiche, luoghi della memoria dal Medioevo alla Resistenza antifascista e molte altre cose rimarchevoli e degne di nota.

Benvenuti Sentieri Agrourbani dal 3 e 4 luglio 2021 (inaugurazione ricchissima di eventi culturali assai pregevoli), un lavoro lento e certosino maturato in periodo di lockdown, ma con numerosi spunti precedenti e la collaborazione di moltissimi soggetti, ideato e coordinato dall’Assessore alla Cultura di Modigliana Rosa Grasso, che si è avvalso di collaborazioni con privati, enti, e associazioni fra le quali CAI di Faenza sezione di Modigliana. Per ulteriori info e programma degli eventi date un’occhiata al sito https://www.sentieriagrourbani.com/

PATRIZIA DIAMANTE tutti i diritti riservati, o almeno… menzionati!

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Blowing in the wind

Teodora vs Mussolini. Parlando di femminismo e maschilismo in Romagna e non solo

Vorrei contraddire un modo comune di pensare. Non è vero che tutti i posti si equivalgono. Abitare in un luogo o in un altro non è proprio la stessa cosa, per capirlo basta non avere un ottimo conto in banca, una famiglia che fa corpo massiccio e un ruolo sociale (anche ex ruolo) importante in un contesto gretto e con gravi ritardi culturali e cognitivi, per cui nella maggior parte dei casi per affermarsi o per meglio dire, per partecipare alla vita sociale (perché la mostra di sé pura e semplice senza contenuti validi, non è che un aspetto deleterio, spesso sciocco e inutile) non è sufficiente avere esperienza, talento, cultura, inventiva, carisma, empatia. In Italia, paese che più di altri da una estrema importanza all’abito, all’apparenza, al ruolo sociale, al genere sessuale, a tal punto da buttare via il merito, tutto ciò si fa drammatico in provincia, luogo che nello stesso tempo è ombelico del mondo e luogo di confine, vittima dei suoi stessi atteggiamenti infantili & consolatori, soggetto a pagare conseguenze pesanti di ogni genere (economiche, turistiche, ecc.), per i suoi gap nei confronti di zone meglio organizzate, più dinamiche, più convincenti perché più aperte mentalmente. Zone in cui le relazioni paritarie di genere che viaggiano di pari passo con l’emancipazione delle donne e viceversa, sono guarda caso molto più presenti e determinanti. Mi duole dirlo perché ho abitato, spesso felicemente, in maniera sensuale, creativa, esaltante per aspetti di enorme bellezza del paesaggio, non solo, ma per tutti quegli aspetti meravigliosi e adorabili dal vino al cibo di qualità alla spontaneità di alcune persone, alla storia e alle storie di infiniti tesori umani ed esperienze lavorative, in provincia di Forlì, che però oggi, dopo essermi trasferita in provincia di Ravenna, mi appare davvero molto lontana dalle mie aspettative reali e fortunatamente lontana, per alcuni aspetti come episodi persecutori nei miei confronti (donna e in più ribelle, anticonformista) e maschilismo feroce contro le donne. Non vogliatemene se il paragone è impietoso, e sicuramente eccessivo, ma oggi in tema di maschilismo e femminismo in Romagna, mi viene in mente Galla Placidia, ma soprattutto Teodora, che si ricorda come “moglie di Giustiniano” ma che fu uno dei primi esempi ufficiali di partecipazione effettiva, paritaria, al governo pubblico, da parte di una libertina “prostituta e artista circense” per giunta. Forse davvero, lo ripeto, butto giù queste riflessioni in modo eccessivo, perché provocatorio, ma l’aspetto ancestrale per cui le donne sono poco più importanti delle bestie, utili ma da tenere a bada nei recinti, utili per lavorare duramente o per cornice estetica, non è così lontano dalla realtà. Anche le “quote rosa”, quando non vengono confermate dalle statistiche che attestano invece una disastrosa disparità ovunque, dove si arriva in maniera grottesca a rappresentare sempre e solo il maschio (unica mente pensante, unico principio creatore, unico narratore della Storia), sono solo un jolly per le elezioni: quando ci si accorge che a votare siamo il 50% e oltre di appartenenti al sesso femminile sul totale degli elettori. Ben inteso come “ogni schiavo che diventa peggiore del suo padrone”, noi donne siamo le prime a darci la zappa sui piedi, a mio parere se non fossimo così carogne nei confronti delle nostre simili, ci saremmo già liberate da un pezzo! Teodora vs Mussolini, alla grande!

Patrizia “Pralina” Diamante

Il turismo è sempre di prossimità. Canto d’amore per Brisighella

Dirò cose forse antipatiche a qualcuno, ma secondo me il cosiddetto “turismo di prossimità” è fatto di rispetto verso le fragilità altrui, di accoglienza vera e di gentilezze autentiche non di facciata, direi anche di rispetto per le donne, abito in un borgo fra i più belli d’Italia e inizio a comprendere come si sono conquistati questo titolo, non soltanto per la bellezza del posto, per la luce dorata che bacia la valle e per tante altre cose che potrebbero essere contese da altri luoghi, bensì per la semplicità degli sguardi. La nostra bella penisola è piena di monumenti e di vedute da cartolina, alcuni posti sono davvero ineguagliabili nella loro unicità, ma quel “qualcosa” che ci fa tornare oppure decidere di restare, a mio modesto parere, non sono le pietre ma gli esseri viventi. Ascolta la sinfonia degli uccellini e capisci ciò che voglio dire.

Patrizia “Pralina” Diamante

– Il contrappasso del coronavirus.

rimarchevole...


La società massmediata ha prodotto in questi anni tutta una serie di miti contrapposti, ed adatti a tutte le esigenze espressive e politiche riguardo la convivenza umana. Dal problema dell’immigrazione di massa (climatica, proletaria, bellica), poco gestibile fuori da un concetto di emergenza, sono scaturite mitologie dell’accoglienza difficili da praticare nella realtà, ed uso a fini biecamente sovranisti dell’emergenza.
La zona grigia nella quale le ipotesi complottiste sull’uso delle masse migranti come arma biologica affianca quella dello spaccio del mito del Confine inviolabile come sola soluzione. Anche nel caso del virus attualmente in attività, il sovranismo nazionalista torna alla carica riproponendo una società chiusa, solida, autarchica, nella quale il limite topografico è sacro.
Nella Repubblica popolare cinese, così come in maniera più soft nel mondo occidentale, è l’autorità centrale che viene investita del compito “monarchico” di dirigere le operazioni di disinfezione, di regolare lo spostamento delle persone e la loro…

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Settembre d’arte a Modigliana 2018

* PRIMA DOMENICA DI SETTEMBRE * TRASMISSIONE SERENO VARIABILE su RAI2 parlerà della Romagna appenninica, con ampio risalto alle attività enogastronomiche e artigianali di Modigliana, dalla produzione Mandorlato al cioccolato (il più antico dolce vegan della storia italiana) alla Festa Multietnica che si svolge tutti gli anni qui in paese per merito delle comunità degli stranieri presenti in valle.
* TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE * FESTE DELL’OTTOCENTO un grande evento collettivo meraviglioso con i tableaux vivants delle opere di Silvestro Lega, antichi mestieri, antichi sapori, artisti di strada, musicisti, artigiani, costumisti, figuranti e fotografi saranno i protagonisti della scena. Non potete mancare! [nel manifesto qui sotto il programma completo anche dei giorni precedenti]
* QUARTA DOMENICA DI SETTEMBRE * THE BIG DRAW A MODIGLIANA * siamo stati selezionati da Fabriano Cartiere al quale è molto piaciuto il nostro progetto, per l’inserimento nel calendario del festival del disegno più grande del mondo. Il workshop del disegno (gratuito) a Modigliana nelle vie del paese si terrà sotto la guida di Patrizia Diamante e sarà interamente dedicato alla Roccaccia. La stampa darà ampio risalto all’iniziativa.
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Mi sedetti dalla parte del torto, perché tutti gli altri posti erano occupati.

Non ho molto da aggiungere alla querelle sorta intorno al Circolo ANSPI “Il Centro” a Modigliana, nulla di più di quanto non abbiano già detto coloro che gestivano questo locale (occupandosi tutti i giorni anche della pulizia e del decoro dello stesso ambiente), mi tengo a debita distanza da fans club di ogni genere, ma la questione ha dei lati inquietanti per le dinamiche negative che ha innescato o decisamente peggiorato, nelle relazioni fra le persone in questo paesello. Intanto il mio coinvolgimento è stato sollecitato nella primavera 2017 proprio dalle ragazze del bar che desideravano fare qualcosa di culturale e dei laboratori creativi per i bambini. Finalmente avevo trovato un po’ di tempo per buttare giù un progetto per un laboratorio per il teatro di figura dedicato a bambini e ragazzi adolescenti, forte della mia esperienza teatrale. Progetto di quattro pagine con ampi margini di revisione, che manco a farlo apposta, non è stato accolto. Ma sarebbe bastato parlarne con franchezza cercando una soluzione, anziché liquidarmi su due piedi. Poi insieme al mio compagno Andrea Trerè che è un attore professionista, abbiamo partecipato a un primo appuntamento del “caffè letterario” nei locali del bar, il giorno 25 marzo, con l’attore Franco Costantini di Ravenna. La nostra intenzione e il messaggio di chi gestiva il bar: portare un po’ di cultura in questo circolo, unico ritrovo riconosciuto e quindi vissuto come “seconda casa” dai giovani di Modigliana, che dopo tanti anni di frequentazione, avevano stabilito tutta una serie di relazioni, affinità, legami di tipo territoriale, affettivo, studentesco, dopolavorista, social e quant’altro. Di fatto, in una valle chiusa, senza ferrovia, un punto di ritrovo un po’ diverso che, con un meno bigottismo, avrebbe potuto diventare qualcosa di molto interessante.

sorry dante OK

Subito dopo questa nostra decisione, ovvero la nascita di un caffè letterario, e l’eco conseguente sui giornali, il bar è stato chiuso improvvisamente (senza rispettare i tre mesi di preavviso) e così il contratto con le ragazze che gestivano il bar. Per questioni precedenti (alcune attinenti a problematiche burocratiche o di “ordine pubblico” non specificate, altre questioni semplicemente pretestuose, dato che di eventi musicali raduni tornei allenamenti e altre attività ne sono state fatti a fiumi da chi gestiva il bar e da altri volontari sportivi). Diciamo che queste nuove piccole idee sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era ovvio che anche un modesto “caffè letterario” avrebbe potuto mandare a monte la messa in scena parrocchiale dei buoni e dei cattivi, dove il cattivo (ovvero chi non fa professione pubblica di fede) non può dare alcun contributo positivo essendo per forza stupido, debosciato e privo di buona volontà. 

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Esattamente due mesi dopo, sabato 26 maggio sono andata all’ennesima riunione convocata dal consiglio parrocchiale, per esprimere la mia solidarietà alle tre ragazze che gestivano il bar e che in paese molte persone accusano delle peggiori nefandezze. Per chi non lo sapesse, in questo paesino di bar ce ne sono molti, e di bevitori anche, e di bestemmiatori pure. Certamente non contesto le prese di posizione di questa associazione (ANSPI) col suo nuovo regolamento che mi auguro venga applicato a tutti i circoli e non solo a questo nello specifico, associazione alla quale mi ero iscritta unicamente per poter fare qualche iniziativa culturale (che mi è stata impedita). Quello che contesto è il fatto che il loro atteggiamento abbia favorito anziché smorzare i toni diffamatori contro le ragazze e contro tutti i giovani non allineati. Probabilmente anch’io pagherò la mia partecipazione critica a questo teatrino. Intanto la mia benedizione finale “urbi et orbi” con le tre dita papali alzate al cielo è stata scambiata per un gestaccio di insulto, evidentemente si è decretata la morte dell’umorismo, dell’ironia, dell’intelligenza, della fantasia, vorrei dire dell’accoglienza francescana, che comunque ha caratterizzato la storia delle parrocchie locali con tutta la loro “fauna” variegata quando i giovani erano ancora la maggioranza. Ricordo che a Modigliana c’erano preti che bevevano, bestemmiavano e giocavano a carte fino a sera tardi, e 40 anni fa a uno di questi fecero lo scherzo di un manifesto mortuario che recitava, con tanto di soprannome: “Lo piange la curia locale, il vescovo, la moglie, le numerose concubine e i figli mai riconosciuti”. La Romagna una volta era una terra sanguigna e goliardica, e i circoli parrocchiali, D.C., in testa, sono sempre stati “mal frequentati” da giovani alcolisti (anche tossici) che comunque dopo una “ripulita” hanno fatto la storia locale anche politica. 

Patrizia Diamante