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Fate silenzio, nessuno deve svegliarsi…

A chi abbandona un parente stretto, un familiare, un figlio, un genitore, un animale da compagnia, posso dire che ha tutta la mia condanna, ma ritengo che ciò non sia possibile senza la complicità di tutto il clan familiare. La famiglia agisce come la mafia, quando decide di alienare un componente, perché lo ritiene una “bocca in più da sfamare”, o una “seccatura”, o perché nelle famiglie ci sono figure dittatoriali, piccoli tiranni uomini e donne che decidono per tutti. Fate silenzio, nessuno deve sapere. Createvi gli alibi più assurdi per nascondervi dietro un dito. Ci sono un sacco di persone abbandonate per i motivi più disparati. Li si ritiene bocche in più da sfamare, seccature, anelli deboli della catena, inutili rottami che dopo essere stati usati per la produzione di figli o per essere coccolati come giocattoli non servono più. Arrivano a buttarli sulla strada pur di non farsene carico, dimenticando, che una persona anche debole, se sostenuta, aiutata a trovare un lavoro e curata può diventare un vero sostegno e un vero tesoro a sua volta per tutti gli altri. Le istituzioni non difendono le persone deboli, ma le infilano nella categoria dei bisognosi, al massimo le mandano dallo psichiatra a prendere dei farmaci per evitare che esprimano la loro rabbia, il loro dolore, e così facendo evitano di affrontare chi davvero ha dei problemi psichiatrici: quelli che li hanno ridotti così. Volete sapere a cosa servono le istituzioni in questi casi? a NIENTE. I latini dicevano vae victis e questa è la loro filosofia. Io invito le persone a parlare, a raccontare, a raccontarsi, a scrivere le proprie esperienze. Se c’è abbandono, c’è anche perdita di voce. Ti staccano la spina. Non vogliono che la verità venga fuori. Non esiste nemmeno una legge per tutelare questi casi, per quanto, la legge, per la sua stessa natura, non è quasi mai a favore dei deboli. Vi sembra possibile? Guardatevi intorno, guardate nelle vostre famiglie e nelle famiglie che conoscete, pensateci. Italiani brava gente che fa i regali per Natale, vi siete mai chiesti quanti fanno i regali di Natale per lavarsi la coscienza?

abbandono

MEGLIO LIBRI CHE MALE ACCOMPAGNATI. MILIEU A SCIGHERA MILANO 29 NOVEMBRE – 1 DICEMBRE

Meglio libri che male accompagnati. Milieu a Scighera MILANO 29 novembre – 1 dicembre

Cosa c’è meglio di un libro?
In Scighera, con la collaborazione di Edizioni Elèuthera, si apre la prima edizione di una fiera per incontrare il meglio degli editori indipendenti, case editrici che si muovono fuori dalla logica dello stretto guadagno commerciale e scelgono i titoli da pubblicare rispettando quello in cui credono e che reputano bello e importante.
Si comincia venerdì sera 29 novembre con un concerto di DJ Malatesta e Drowning Dog, per proseguire sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre (dalle 14.00 in poi) con l’esposizione delle case editrici insieme a presentazioni, readings e musica. E naturalmente i vini della Scighera e incursioni culinarie della Locanda dell’Assurdo.
Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre sarà possibile acquistare tessera arci 2013 al prezzo di costo (5,00 €) e quella 2014 con un buono di 2,00€ per l’acquisto di un libro in Fiera.
Meglio libri insomma (che male accompagnati!).


PROGRAMMA
ANTICIPO EDITORIA INDIPENDENTE
Venerdì 29 novembre
  • ore 19.00 presentazione: Trasatti, Filippi, Crimini in tempo di pace (Elèuthera). Presenta Paolo Finzi
  • ore 21.30 concerto DJ MALATESTA
FIERA EDITORIA INDIPENDENTE CON BANCHETTI LIBRI
Agenzia X, Ambiente, Baronata, BePress, BFS, DeriveApprodi, :duepunti, ek records, Elèuthera, Fiaccola, Galzerano, Henry Beyle, Milieu, Nautilus, NDA Press, Mimesis, Nova Delphi, ObarraO, Ortica, Quodlibet, Sensibili alle foglie, Sicilia Libertaria, Spartaco, Stampa Alternativa, Zero in condotta.
Sabato 30 novembre
  • ore 15.00 apertura fiera
  • ore 16.30 merenda bambini
  • ore 15.30 presentazione: Carlo Ghezzi, Francesco Ghezzi, Un anarchico nella nebbia (Zero in Condotta Edizioni). Presenta Edy Zarro
  • ore 17.00 presentazione: Il Duka, Il tacco del Duka (Agenzia X). Presenta Andrea “Giucas” Morando
  • ore 18.30 presentazione: Gianluigi Gherzi, Atlante della città fragile (Sensibili alle foglie) e Piero Cipriano, La fabbrica della cura mentale (Elèuthera). Presenta Andrea Molteni
  • ore 20.00 cena buffet
  • ore 21.30 radiocrochet la libertà di pensiero
domenica 1 dicembre
  • ore 15.00 apertura fiera
  • ore 16.00 Laboratorio Fumetti per bambini
  • ore 17.00 merenda bambini
  • ore 15.30 presentazione: Pippo Gurrieri, NO MUOS ora e sempre. I percorsi del movimento (Sicilia Punto L). Presentano Marco Faillo e Daniele Scalia, ospite Ylenia D’Alessandro (comitato NOMUOS)
  • ore 17.00 presentazione: Matteo Lunardini, Il fantasma dell’Arena (Milieu). Presenta Andrea Perin
  • ore 18.30 presentazione (in collaborazione con NAGA): Davide Cadeddu, CIE e complicità delle organizzazioni umanitarie (Sensibili alle Foglie). Presenta Andrea Staid, ospiti Pietro Massarotto (NAGA) e Ilaria Sesana (giornalista)
  • ore 20.00 cena buffet
  • ore 21.30 presentazione: Felice Accame, Rossori, (:duepunti Edizioni)
Ingresso libero con tessera Arci.
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19 OTTOBRE LO STATUTO DEI GABBIANI A FOSSANO

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19 ottobre alle ore 21 – presso la Biblioteca Comunale di Fossano (Cuneo), nel Castello di Acaja, presentazione de Lo statuto dei gabbiani di Horst Fantazzini, ed. Milieu. Sarà presente l’autrice e l’attore Andrea Treré leggerà alcuni brani dal libro.

LUCE CHE RIMANE SEMPRE ACCESA

Ci sono persone che anche se non le vedi quasi mai, come certi luoghi magici rimangono un posto “dove andare” quando intorno vedi solo il buio. E’ bello pensarle come approdi sicuri e rifugi, e la loro presenza lontana è quella luce che rimane sempre accesa.

21 MARZO HORST FANTAZZINI AL CATTIVO FESTIVAL, TEATROFFICINA REFUGIO LIVORNO

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La vita avventurosa di Horst Fantazzini sembra scritta per diventare leggenda. Nato in Germania nel 1939, ha fatto la sua prima rapina appena diciottenne nei dintorni di Bologna, armato di una pistola giocattolo. Un gesto che gli è valso presto l’etichetta di “bandito gentile” che, insieme ai soprannomi “primula rossa” e “rapinatore in bicicletta”, accompagneranno una vita in cui Horst ha svaligiato le banche di mezza Europa senza mai smettere, in qualità di militante anarchico, di lottare per la giustizia e l’uguaglianza sociale. Protagonista nel 1973 di un clamoroso tentativo di evasione dal carcere di Fossano, ha dedicato a quell’esperienza un famoso testo letterario, Ormai è fatta! (diventato un film con Stefano Accorsi), che testimonia anche della grande forza narrativa trasfusa da Fantazzini nei suoi scritti, raccolti per la prima volta in forma integrale in questo volume: saggi, lettere, poesie e racconti. Un omaggio a Horst Fantazzini a più di dieci anni della sua morte, avvenuta a Bologna nel Natale del 2001, a pochi giorni dall’arresto dopo un’ultima tentata rapina in bicicletta. Presenterà il libro “Pralina” Diamante, curatrice del volume, animatrice del comitato per la semilibertà di Horst Fantazzini, curatrice dell’archivio digitale delle sue opere (www.horstfantazzini.net) e sua compagna di vita. Pittrice e scrittrice, tra le sue opere il romanzo “L’ultimo colpo di Horst Fantazzini” (Stampa Alternativa 2003)

PRESENTAZIONE 21 MARZO ore 19 CATTIVO FESTIVAL TEATROFFICINA REFUGIO Scali del Refugio 8 LIVORNO – LO STATUTO DEI GABBIANI ed. Milieu – presenterà il libro ‘Pralina’ Diamante.

Sulla parola “crisi” e il suo significato. Ivan Illich


Ma «crisi» non ha necessariamente questo significato. Non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa. Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero.

[Ivan Illich]

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LO STATUTO DEI GABBIANI A CARRARA

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Andrej Tarkovskij uno sguardo umano…

Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fai più. E d’un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno – uno sguardo umano – ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice.

Andrej Tarkovskij

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le dimensioni non contano

* prima che Splinder chiuda definitivamente, voglio riproporre ancora qualche vecchio post dal mio vecchio blog… vecchio… non esageriamo… avvertenze e modalità d’uso, gli argomenti da me descritti sono riservati a un pubblico adulto ma con tanta voglia di tornare bambino

ululato da Pralina alle ore 23:53 lunedì, 10 settembre 2007

Vi0la ha fatto un gradevole e interessante post sull’arte della seduzione. Io, eccitata dal suo suggerimento, vorrei farlo sul “Quanto è importante la dimensione dell’organo maschile nell’atto sessuale”.
Naturalmente tutto ciò che scrivo è frutto di farneticazioni e delirii, quindi vi prego di darci un’importanza relativa. Si accettano anzi sono graditi i vostri illustri pareri in materia. 
 
Sotto, la mitica Mae West.
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Lezione di sesso della prof. Pralinatuttifruttenstein (ihihihihihihihihihihihihihihihi!!!)

Noi donne, si sa, siamo bastarde per natura, con il nostro uomo facciamo le romantiche svenevoli e gli facciamo notare quanto ci avrebbe fatto piacere ricevere delle rose rosse in regalo per il complemese della nostra relazione e quanto siamo tristi e adirate per non averle ricevute… e poi con le amiche parliamo come delle camioniste al bar dell’autogrill.
L’amica, quando esci con un uomo, non ti chiederà mai “Vi siete divertiti? E’ un tipo piacevole? Di cosa avete parlato? Era buona la cena? Siete stati bene? Ti sembra che la sua compagnia sia adeguata per te? Si comporta da signore?”

Nossignore.

L’amica vi chiederà, blocknotes e metro da sarta alla mano, le misure del suo pene. E se funziona bene.

Ora, care amiche, sfatiamo il mito che “Noooooooooooooo… a me non interessano le misure, basta che respiri” perché non è vero.
 
Ci sono però delle regole che dobbiamo imparare a rispettare, altrimenti ci trasformeremo in campioni di Wrestling perdendo tutto il nostro fascino e la nostra dolcezza.
L’uomo va incoraggiato SEMPRE e va tirato su. Va tirato su in ogni modo. Una volta in giro per i blog ho letto di una donna che ha riso davanti al pene del suo uomo. Non si ride mai, mai! nemmeno se vi apparisse una biscia verde fluorescente con un naso da clown. Il pene va incoraggiato in caso di momentanea ritirata e portato in processione in caso di trionfo.
Perbacco, ma immaginate voi care signore, cosa significa stare con una salsiccia così lì, quali responsabilità comporta… certo è facile parlare per noi, che allarghiamo le gambe e facciamo un po’ di spinte in su e in giù come fare aerobica o come al corso preparto.
Immaginate quanto impegno ci si deve mettere per irrorare di sangue un affare, soprattutto se è molto grosso e certamente più grande dell’area del cervello maschile preposta al linguaggio. Loro non possono fingere l’eccitazione e, spesso, in quel momento non riescono neanche a parlare, tranne forse un paio di frasi stereotipate che vertono sulla nostra presunta innata capacità di prostituirci (il grugnito è in quel momento, credetemi, la loro unica forma complessa di comunicazione). Se addestrati, riescono a urlare Ti amo perché non ha più di cinque lettere in tutto. Come ne ha solo cinque la parola troia. Quindi non pretendete conferenze stampa, e diffidate degli uomini che a letto, sul pezzo, parlano come un operatore di un call-center.

Non date per scontato che basti cucinare le vongole dell’hard discount e presentarvi con un completino di pizzo nero per ottenere risultati sorprendenti. Usare un profumo troppo intenso può coprire i cosiddetti feromoni. E un rossetto rosso fuoco può allontanare un bacio anziché invogliarlo. Alla fine, agli uomini del completino sexy con le guepiere gliene frega il giusto (la maggior parte degli uomini ritiene che le guepiere siano un attrezzo agricolo valbrembano). Spesso ve lo strapperanno semplicemente di dosso senza sapere che roba è, a meno che non capitiate con un mercante di abbigliamento con tendenze omosessuali latenti com’è successo a me. Essere gradevoli, pulite, curate, toniche, lisce, e mediamente arrapanti è già sufficente per fare scattare il desiderio in un uomo, la biancheria sexy ed altri artifici femminili servono a NOI come deterrente contro la depressione e per darci maggiore sicurezza (che è la fonte della seduzione). Cosa si può pretendere da un genere che non distingue il nero dal blu, il rosso dal rosa. Gli uomini sono quasi tutti daltonici quando si tratta dei vestiti delle loro signore. E che importanza ha. Infatti è a noi che frega della biancheria intima sexy, delle calze giuste, dei colori abbinati en pendant, delle scarpe coi tacchi, ci fanno sentire più femminili e ci aiutano a migliorare il nostro atteggiamento e quindi anche il nostro aspetto.
Allenate i muscoli del pavimento pelvico e preparateli tutti i giorni. Per “fare ginnastica” è sufficente rilassare e comprimere i muscoletti intorno alla vagina in movimenti alternati, come si fa per trattenere molto forte la pipì. Fatelo per qualche minuto tutti i giorni; potete farlo anche sull’autobus o in metropolitana, tanto chi se ne accorge. Il piacere sarà più forte se non offrite un buco inerte, ma una cava delle meraviglie e una caverna di Ali Babà.

Regola numero uno. Il tempo. La prima volta, le prime volte che si fa l’amore, non sono sempre le migliori, toglietevi dalla testa le immagini dell’uomo supervirile che sbatte per ore la figona di turno e insieme urlano come Tarzan che abbia Cita attaccata ai coglioni.
Ci vuole molto tempo per l’amore, bisogna conoscersi, ampliare la conoscenza reciproca. Bisogna frequentarsi parecchio fuori dal letto, sintonizzarsi sui gusti e sulle sensibilità comuni, capire cosa ci da piacere e cosa no, provare, testare tutto. Non importa cosa direte alle amiche, importa che stiate bene. Uno dei killer dell’amore anzitempo è proprio la mancanza di tempo.
Per questo sono scettica e restia agli incontri da una botta e via, allora tanto vale andare in palestra e farsi un’ora di ginnastica.
Regola numero due. Tenete alla larga per un po’ le amiche, perché noi donne quando sentiamo odore di salsiccia sulla graticola diventiamo troppo curiose e iniziamo a dispensare ogni genere di consiglio (come quelli che vi sto dando ora e anche peggio).
Regola numero tre. Non esiste una “normalità” in amore, ogni cosa è lecita quando non danneggia creature piccole e fragili come i bambini e gli adolescenti, quindi spazio alla fantasia che è l’unico afrodisiaco veramente potente. Tranne il sado-maso, vabbè le unghiette piantate sulla schiena e le sculacciate non sono proprio sado-maso dai, ho provato molte cose gradevoli: fare l’amore nella vasca da bagno, nella doccia, sulla tavola semiapparecchiata, su una poltrona, su un treno, su un tetto, e questo per ricollegarmi al posto più strano dove ho fatto l’amore… sì, un tetto, nel centro della città… sconsiglio vivamente l’automobile, specialmente se non ha i freni funzionanti… sconsiglio pure lo stereo con il punk rock a tutto volume per un amante della musica classica… io e il mio amore tedesco giocavamo tantissimo… naturalmente lotta coi cuscini prima di andare a letto… insomma, usate la fantasia e tornate bambini. Tornare bambini, rimbambirsi letteralmente, è la più grande garanzia di divertimento. Prendetevi cura di voi, come se non foste autosufficenti. Lavarsi insieme, per ore, farsi reciprocamente lo shampoo, imboccarsi col cibo, sono pratiche molto liberatorie. Possono dare al sesso una grande marcia in più ed aiutarvi a liberarvi dai tabù.
Regola numero quattro. Non usate il Viagra che è una porcheria infame. Non bevete troppo, perché l’alcool vi darà subito una sensazione di poter spaccare il mondo ma poi crollate al primo round. La marijuana può allentare le inibizioni ma sicuramente passerete la notte, tutta la notte a ridere provandovi bizzarri occhiali da sole vintage davanti allo specchio oppure a cercare di convincere il vostro partner che non avete peli, ma spine di cactus, e poi sarete presi dalla fame verso le 5 del mattino, e un desiderio così intenso di mangiare non sempre si concilia con il sesso, anche se si può integrare alle effusioni amorose. Lasciate perdere la cocaina e altre porcherie.
Regola numero cinque. Parlate. Dite tutto quello che vi passa per la testa. Raccontategli le vostre fantasie ma anche le vostre difficoltà. Accarezzatevi. Se c’è un blocco, cercate di parlarne, parlatene fintanto che non sentite allentare la tensione. Non ridete delle sue paure e dimostrate con lui la stessa pazienza che dimostra con voi. Ascoltatelo.
Avete paura della trasmissione di qualche malattia? Ditelo chiaramente, anzi, imponetegli l’uso del profilattico. Gli uomini a letto sono carini con noi, e sono più comprensivi di quanto non si possa immaginare. Chiaramente se non sono comprensivi, bye bye e arrivederci…
Regola numero sei. Il cosiddetto punto G sta nel cervello. Non ripassate l’alfabeto nella vana speranza di trovarlo. L’orgasmo non è un obbligo né per l’uomo né per la donna, abbandonate le ansie da prestazione, a letto non si recita, si vive. Non ci sono bambolotti di pelouche da vincere come al tiro a segno del luna-park. Meglio passare la notte nudi e abbracciati e viversela con tutti i sensi all’erta, che passare da un soggetto all’altro con amplessi record, eventi spettacolo di cui potersi vantare.
Il “nulla” non esiste. Se non c’è penetrazione, non è “nulla”, è un rapporto tra un uomo e una donna o tra due esseri umani che ci ha fatte felici. Dormire insieme non è “nulla”.

Regola numero sette. L’Amore.

In tutto questo direte… allora, che importanza ha la dimensione dell’organo sessuale maschile in un rapporto intimo? Non so, io volevo parlarne, certo che la sua importanza ce l’ha, ma poi mi sono venute in mente tutte queste considerazioni che mi sembrano ancora più importanti.
Però… 25 centimetri… ahahahahahahahahahahahahahahahahaha!!!!!
 
 

narciso e il suo narcisismo

ululato da Pralina alle ore 20:48 domenica, 15 giugno 2008

 
Certo, non s’è mai vista sulla faccia della terra una creatura che si massacri più di noi femminucce per l’aspetto fisico… a torto o a ragione. Ma spesso a torto.
Però anche i maschietti non sono immuni da fissazioni.Tempo fa avevo un boy friend (proprio così, la parola boy friend gli calza a pennello), rimorchiato al mercato dove ha un banco di abbigliamento usato, lo chiamerò Narciso, un omaccione toscano biondo, grande e grosso, alto un metro e novanta con due spalle tipo armadio e due braccia tipo quelle di Popeye, occhi verdi, lineamenti regolari, un bel naso diritto, che sembrava un attore americano di film western.
Aveva modi abbastanza ruvidi per spacciarsi per macho. Mi portava in giro con lo scooter, io dietro con la minigonna, gli stivaloni, i lunghi capelli biondi che svolazzavano da sotto il casco e le mie amiche che al nostro passaggio rosicavano. Gli piaceva mangiare la pizza con la salsiccia e i broccoli, non ordinava coca-cola ma birra. Era sodo e tonico, ma non palestrato, con appena un filo di pancetta che secondo me agli uomini dona tantissimo. La prima volta che uscimmo insieme, mi denudò quasi, seduta sopra un tavolino di un bar. Poi davanti al portone di casa mi infilò in bocca tre metri di lingua tipo formichiere. Sicchè mi sembrava a posto.
Invece no, nini.
Quando veniva a trovarmi la sera dopo il lavoro, Narciso mi chiedeva “Come sto?” proprio così “Come sto?” mica come stai, no no, che di quello gliene fregava il giusto.
“Sono stato dalla parrucchiera, mi ha fatto i capelli, ti piacciono? Sono biondi naturali, non ho bisogno di schiarirmeli!”

E dai con i capelli biondi naturali.

E poi con i braccini. Sì, proprio i braccini.

“Mi fai le carezzine sui braccini?” I braccini? E li chiami braccini quelli? Ti mancano solo i tatuaggi del pirata Barbanera poi sei da manuale!
E poi con le cremine per il viso. “Ma mi dici come fai ad avere questa pelle bellissima? Io che ho la tua età ho le rughette… vedi? Le vedi queste maledette zampe di gallina! Ho visto che in bagno tieni tante cremine per il viso, non me ne regali una a me?”
E poi le foto. “Io non voglio foto da te, che poi vengo malissimo, le foto me le fanno soltanto nello studio, sai il book fotografico degli attori… a proposito, mi hai fatto tre foto a tradimento, strappale subito! distruggi i negativi! non voglio che restino testimonianze così imperfette di me”.
Insomma, uno strazio.
Ad un certo punto, viste le scarse performance e tutto il resto, decisi di lasciare Narciso al suo narcisismo.
 
Oggi l’uomo quando esce con una donna, è sempre meno propenso ad aprirle la portiera della macchina (in quel caso del furgone) o a ripararla sotto un ombrello anche se piove a dirotto, ma sempre più disponibile a guardarsi allo specchio, di tre quarti, di profilo, di pancetta in apnea senza respirare, appena passa davanti ad una vetrina. 

Una cassiera mi raccontava “Sai una sera sono uscita con due uomini, ma vedessi che pezzi di figlioli, palestrati, bellissimi! Maremma uno più bello dell’altro, le amiche mi invidiavano. Non mi crederesti, ma hanno passato tutta la sera a guardarsi in ogni specchietto, in ogni vetrina specchiabile, io dico anche nelle pozzanghere… e a me che mi ero messa tutta in tiro, nulla, nemmeno uno sguardo”
“No no, guarda che ti credo sulla parola!”  

Giusto venerdì in farmacia, c’era un bel ragazzone con gli occhi azzurri, da dieci minuti buoni teneva la testa girata da un lato, lo sguardo fisso in una certa direzione, ed io pensavo “Avrà adocchiato sicuramente una bella ragazza!”
Macchè. L’angelo aveva, ma, adocchiato, l’immagine di sé stesso, nello specchio centrale della farmacia.